Il manifesto del rinoceronte by Adam Gopnik

Il manifesto del rinoceronte by Adam Gopnik

autore:Adam Gopnik [Gopnik, Adam]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Guanda
pubblicato: 2020-03-03T23:00:00+00:00


Che cosa può dire il liberale per rispondere a questi attacchi?

In primo luogo, che l’assalto di più ampio respiro contro il liberalismo – l’assalto di matrice comunitarista – dipende da un quadro molto falsato di quello che i liberali hanno sempre creduto o che, giunti al potere, hanno davvero fatto, nel bene o nel male. L’idea che il liberalismo sia consacrato in modo rigido ed esclusivo ai diritti individuali e al perseguimento di un benessere materiale ed egoista è una descrizione fumettistica che non ha quasi alcun legame con le idee o le prassi liberali.

Se guardiamo a tutti i classici testi del liberalismo e, cosa più importante, alle reali pratiche politiche storiche del liberalismo, vediamo immediatamente come tutte condividano una potente idea di collettività e comunità. Adam Smith non è Ayn Rand. Smith crede che la simpatia all’interno di una comunità, via d’uscita dalle temibili faide di clan, sia il necessario preludio agli scambi del libero mercato. Come ci hanno mostrato Habermas e Putnam, ciascuno a modo suo, le prassi liberali politiche si fondano su quelle sociali – la Dichiarazione dei diritti dell’uomo prende le mosse da una conversazione in un caffè, e la democrazia locale, in Italia, ha più probabilità di trionfare quando a levare la loro voce per primi sono i cori amatoriali.

I grandi pensatori liberali di cui sto cercando di descrivere la storia condivisa partono tutti da una riflessione sulle relazioni, su ciò che accade quando le persone si incontrano, e su quali siano i loro obblighi reciproci. Le meditazioni di Montaigne sulla compassione non erano soltanto una riflessione sulla vita interiore: stava pensando a ciò che accade agli animali quando vengono cacciati da gruppi di esseri umani, e a ciò che accade alla mente degli uomini una volta che hanno ucciso gli animali. John Stuart Mill e Harriet Taylor non erano contrari ai doveri della vita famigliare. Tutt’altro: prima di formare una famiglia loro, aspettarono, mostrando rispetto per la famiglia di Harriet Taylor. Soltanto, pensavano che la vita famigliare dovesse essere più giusta nei confronti di tutte le sue componenti. Quello che si chiama individualismo liberale, in realtà, emerge sempre da uno sfondo di connessione.

Più concretamente, i grandi politici liberali di metà Ottocento, che contribuirono a trasformare il liberalismo da antica idea di generosità e cultura a pratica politica efficace, erano tutti uniti dal progetto di rinsaldare i legami comunitari. Le rivoluzioni liberali di quell’epoca erano rivoluzioni unificatrici, che portavano diversi gruppi etnici a confluire sotto l’ombrello comune di un’unica nazione. Noi pensiamo al moderno nazionalismo come a un veleno divisivo, ma nell’Ottocento il nazionalismo liberale era intrinsecamente patriottico nel significato moderno del termine: un modo di protendersi oltre le divisioni tra i popoli per creare nazioni – e pluribus unum.

Quel tipo di liberalismo puntava soprattutto a costruire comunità coese che superassero i confini etnici. Un esempio commovente e poco noto, benché avvenuto in America, ebbe luogo nel 1849 quando Robert Baldwin, leader protestante dell’Upper Canada, l’odierno Ontario, e Louis-Hippolyte Lafontaine, leader del Québec a stragrande



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